Poems
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Rodica Draghincescu
Tiepido
Il cane rauco dell'oblio
ululante nell'ultima lettera del mio nome
freddo, freddo rabbioso, acido, quasi.
Io sono appollaiata sopra un recinto
che giunge attraverso lo specchio
io sto quieta dentro lo specchio
io sto quieta in centro
giù c'è un fuoco, il padre ingozza di lardo sette levrieri
è alto, ha un cappello verde ornato con penne di fagiano
e un fucile.
freddo, freddo rabbioso, tiepido.
- ehi, bimba, posso entrare, non mordono vero?
domanda una vecchia sciancata sporca e spettinata dall'aia vicina,
fra cumuli di mattoni
-ehi, bimba, non hai sentito? non mordono, ho detto!
e scuote il chiavistello dell'uscio appoggiata ad un bastone
- che levrieri! che levrieri!- pare dica,
scacciando con l'occhio le cornacchie che fuggono dal suo capo
poi, avvicinandosi al recinto, con finto stupore
- scendi, si tratta di te, figliola!
è importante! scendi che possa dirtelo!
Io notai il suo sguardo fisso sul colle
e quasi cadendo cominciai a gridare:
- babbino, babbino, portami via dal freddo!
- eh! eh! invano!- dal suo posto la vecchia gracchiò-
invano mandi tuo padre a caccia
sul colle non ci sono più lepri, nè volpi,
non vi è che malerba e fetore
eh, eh, qui, qui nella poesia resterete inchiodati!
Traduzzione di Fabio Franzin
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